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Achille Varzi pilota del Novarese

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È un’aura di fascino tutta speciale quella che avvolge i piloti, in particolare quelli che hanno guidato automobili che lasciavano spazio al loro talento e alla loro abilità di guida.

Achille Varzi nacque nel 1904 a Galliate, in provincia di Novara, in una ricca famiglia d’industriali tessili e cominciò a correre con le motociclette con il fratello Angelo, ma solo raramente si trovò a gareggiare su due ruote con Tazio Nuvolari, suo futuro rivale.

Nel 1928 Varzi decise di occuparsi di gare automobilistiche insieme  al meccanico Guido Bignami e allo stesso Nuvolari, comprando una Bugatti Tipo35, ma ben presto fece saltare ogni accordo, incapace di convivere con la forte personalità di Nuvolari.

Fortunatamente la situazione finanziaria di Varzi era così solida che gli permise immediatamente di riprendere a correre a bordo di un’Alfa Romeo P2, al punto che Nuvolari si trovò costretto a comprare un’auto simile per competere a pari livello.

Poi Varzi passò alla Maserati con cui nel 1930 vinse il titolo di Campione d’Italia e nello stesso anno riportò in patria la Targa Florio, da cinque anni in mano ai francesi, dopo una sfida a due con Louis Chiron.

Nello stesso anno Varzi perse la Mille Miglia, alla guida di un’Alfa Romeo battuto proprio da Nuvolari che si sarebbe avvicinato al rivale a fari spenti superandolo.

E’ il 1931 quando Varzi decise di tornare sulla Bugatti Tipo51 in coppia con Chiron, vincendo poi il Gp di Francia.

L’anno successivo dovette restare a guardare i trionfi di Nuvolari. Nel 1933 finalmente i due piloti si trovarono faccia a faccia nel Gp di Monaco, dove rimasero attaccati per oltre 97 giri, Nuvolari in testa per 66 tornate, Varzi per 34, fino alla vittoria del secondo, che fu una rivalsa sul Mantovano Volante, oltre a dimostrare tutto il suo talento e la sua tenacia, il suo stile di guida morbido e immacolato come la sua divisa da pilota.

Nel 1934 vi fu la rivincita alla Mille Miglia con Nuvolari. Le coppie erano Varzi – Bignami e Nuvolari – Siena.

Varzi al controllo di Bologna, sempre con l’Alfa Romeo, temendo che Enzo Ferrari volesse favorire il Mantovano Volante si ostinava a non seguire il consiglio di quello che sarà il Drake, di cambiare le gomme e mettere quelle da pioggia.

A un certo punto acconsentì a malincuore e, quando iniziò a piovere a dirotto, il Grande Nivola sulle strade del Veneto con le gomme da asciutto ebbe non pochi problemi nel controllare l’automobile e Varzi vinse la sua prima Mille Miglia.

Nel 1935 fu scelto dall’Auto Union al posto di Nuvolari, che decise di tornare alla Scuderia Ferrari dell’Alfa Romeo.

Ma, come accade per Nuvolari, Varzi dovette pagare un conto salato per il successo, ebbe una storia con la donna di un altro pilota, e abusò di stupefacenti e dal 1937 non corse più.

Otto anni dopo, Achille, più agguerrito come mai, tornò a vincere per due stagioni con l’Alfa 158 oltre a dimostrare il suo talento in Argentina dove divenne un idolo e fondò la scuderia Achille Varzi.

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A 44 anni, il pilota era di nuovo in Europa per il Gp Svizzero sulla pista di Bremgarten a bordo della sua Alfa Romeo 158, ma il 1 luglio 1948, durante le qualifiche, a causa della pista bagnata, alla curva Jordenrampe, Varzi perse il controllo della vettura che sbandò e a 170km/h s’infranse contro le barriere e si capovolse.

Ai suoi funerali erano presenti 15.000 persone,  la sua bara, appoggiata sulla scocca di un’auto da corsa, fu meta di pellegrinaggio di tantissimi amici e ammiratori, che lo salutarono con questa frase “ Achille, sei stato fermato quando stavi per attraversare le frontiere conosciute della velocità.

Ora ti devi preparare per un’altra gara, l’ultima grande gara. Una gara senza pericoli, preoccupazioni o dolore. Buona gara, Achille”.

Oggi l’Alfa P2 di Varzi, vincitrice della Targa Florio nel 1930, è esposta al Museo dell’Automobile di Torino.

Paola Montonati

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Riccardo Reina

Per qualsiasi informazione scrivere a: redazione@gazzettanovarese.it

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