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Un Museo per Achille Varzi indimenticabile campionissimo

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Era una Formula 1 diversa, più umana, più avventurosa, sicuramente più pericolosa.

Cittadino galliatese e campionissimo dell’automobilismo della prima metà del XX secolo, Achille Varzi è raccontato nella Sala Museo a lui dedicata all’interno del Castello di Galliate.

E’ una raccolta di cimeli a lui appartenuti, tra moto, ritratti, omaggi, foto, reperti della sua lunga carriera.

Il Moto club Achille Varzi nacque a Galliate nel 1924, per volere di Angelo, Anacleto e Achille Varzi, quando quest’ultimo, nel 1923, vinse il titolo italiano nella classe 350 cc, con il nome di Moto Club Galliate. 

.Il 1 luglio 1948, a Berna, durante le prove del G.P. di Svizzera, Achille Varzi morì e un anno dopo il direttivo del moto club decise di intitolargli il Club.

Leggendario pilota, Achille Varzi nacque nel 1904 a Galliate, in provincia di Novara, in una ricca famiglia d’industriali tessili e cominciò a correre con le motociclette insieme al fratello Angelo, ma solo raramente si trovò a gareggiare su due ruote con Tazio Nuvolari, il suo futuro rivale.

Nel 1928 Varzi decise di occuparsi di gare automobilistiche con il meccanico Guido Bignami e lo stesso Nuvolari, comprando una Bugatti Tipo35, ma ben presto fece saltare ogni accordo, incapace di convivere con la forte personalità di Nuvolari.

I due s’incontrarono poi, spesso rivali e con alterne vicende.

Nel 1930 Varzi vinse il titolo di Campione d’Italia e nello stesso anno riportò in patria la Targa Florio.

Nello stesso anno però perse la Mille Miglia, alla guida di un’Alfa Romeo, battuto proprio da Nuvolari che si sarebbe avvicinato al rivale a fari spenti superandolo.

E’ il 1931 quando Varzi decise di tornare sulla Bugatti Tipo51 in coppia con Chiron, vincendo poi il Gp di Francia.

L’anno successivo dovette restare a guardare i trionfi di Nuvolari.

Nel 1933 finalmente i due piloti si trovarono faccia a faccia nel Gp di Monaco, dove rimasero attaccati per ben 97 giri, Nuvolari in testa per 66 tornate, Varzi per 34, fino alla vittoria del secondo, una rivalsa sul Mantovano Volante.

A 44 anni, il pilota era di nuovo in Europa per il Gp Svizzero sulla pista di Bremgarten a bordo della sua Alfa Romeo 158, ma il 1 luglio 1948, durante le qualifiche, a causa della pista bagnata, alla curva Jordenrampe, Varzi perse il controllo della vettura che sbandò e a 170km/h s’infranse contro le barriere e si capovolse.

Ai suoi funerali erano presenti 15.000 persone, e la sua bara appoggiata sulla scocca di un’auto da corsa fu meta di pellegrinaggio di tantissimi amici e ammiratori, che lo salutarono con questa frase “Achille, sei stato fermato quando stavi per attraversare le frontiere conosciute della velocità. Ora ti devi preparare per un’altra gara, l’ultima grande gara. Una gara senza pericoli, preoccupazioni o dolore. Buona gara, Achille”. 

Oggi l’Alfa P2 di Varzi, vincitrice della Targa Florio nel 1930, è esposta al Museo dell’Automobile di Torino.

Paola Montonati

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Riccardo Reina

Per qualsiasi informazione scrivere a: redazione@gazzettanovarese.it

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