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Aiuola a Lesa per Giulia Maria Crespi

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Una vita in difesa della bellezza…

Il 30 giugno si terrà, presso l’Istituto Agrario E.G. Cavallini di Lesa, a cura del gruppo FAI Laghi Alto Novarese, l’inaugurazione dell’aiuola dedicata a Giulia Maria Crespi, fondatrice e presidente onoraria del FAI – Fondo Ambiente Italiano scomparsa il 19 luglio 2020.

La cerimonia si terrà dalle 10 alle 11.

La cura e la salute della Terra come fondamento per la salute dell’uomo, la conservazione e la tutela del bello, lo strenuo impegno per una agricoltura senza veleni e la passione per la tutela dell’ambiente sono stati gli ideali che hanno guidato l’instancabile attività di Giulia Maria Crespi lungo tutto il Novecento.

Giulia era nata a Merate, nel cuore della Brianza, il 6 giugno 1923 in quella che è stata la più importante e potente famiglia industriale lombarda e italiana, tra l’Ottocento e la prima metà del Novecento.

I Crespi da Busto Arsizio, imprenditori tessili e non solo, sono l’idea e la realizzazione di Crespi d’Adda nel 1877, villaggio operaio a misura d’uomo, e patrimonio dell’Unesco dal 1995. Una dinastia non solo industriale, attiva nei più svariati campi, ma anche politica.

Maria Giulia fu educata in casa da precettori privati, come Fernanda Wittgens, soprintendente artefice della rinascita di Brera dopo la seconda guerra mondiale.

Sposò in prime nozze Marco Paravicini, da cui ebbe due gemelli, Luca e Aldo, rimanendo vedova dopo quattro anni, per via di un incidente d’auto. Si risposò con Giulio Mozzoni, architetto d’avanguardia, intellettuale eclettico e grande amante dell’Opera, scomparso nel 2014.

Nel marzo 1962, con l’appoggio del potente padre Aldo, entrò nel consiglio del Corriere della Sera, di proprietà della famiglia da oltre ottanta anni, partecipando in modo attivo alla gestione.

La raccomandazione del padre fu quella di osservare, stare in silenzio e imparare. Ma Giulia Crespi, dal carattere deciso e vulcanico tutto fece tranne che questo, si dimostrò subito “battagliera” e decisa.

In breve tempo, anche sull’onda delle spinte rivoluzionarie della fine degli anni 60, indirizzò il Corriere su posizioni progressiste, diverse da quelle tenute fino al momento dalla famiglia. Licenziò Giovanni Spadolini, al tempo direttore del quotidiano e poi capo del primo governo non democristiano nella storia dell’Italia repubblicana.

Allontanò anche Indro Montanelli che da allora non le rivolse più la parola e coniò per lei il titolo di “zarina”. Nel 1974 Giulia Mozzoni Crespi uscì dal C.d.A. e cedette la proprietà del Corriere ad Agnelli e a Moratti e, successivamente, liquidò la sua quota rimanente all’editore Andrea Rizzoli.

Si occupò così della Fondazione Crespi Morbio per Famiglie Numerose e di Italia Nostra, alla quale era iscritta già dalla fine degli anni Cinquanta e dove conobbe Renato Bazzoni e con lui, Alberto Predieri e Franco Russoli nel 1975 fondò il Fai – Fondo Ambiente Italiano, dotandolo dei primi 500 milioni di lire e donando all’associazione il primo bene, il Monastero romano-longobardo di Torba nel Varesotto, nel 1976.

Fu la prima manifestazione in Italia dell’alleanza pubblico-privato per la valorizzazione e la tutela del patrimonio, sarebbero poi arrivati l’Abbazia e il borgo di San Fruttuoso donati dai principi Doria Pamphilj, il Castello della Manta, la Villa del Balbianello a Lenno sul lago di Como e Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno.

Fondò anche un gruppo di sostegno, I 200 del FAI, affidato all’amica Marella Agnelli, e poi acquistò il Castello di Masino, una delle più importanti dimore regali piemontesi, che era allora in uno stato di rovina.

Diede vita alle Giornate Fai di Primavera, con le aperture al pubblico di luoghi normalmente inaccessibili, e altre manifestazioni, come i Luoghi del Cuore, che hanno reso popolare il Fondo per l’Ambiente Italiano, che oggi conta su oltre 210 mila iscritti, più di 500 aziende sostenitrici, 7.800 volontari.

Nel 2010 divenne la presidente onoraria del Fai, lasciando il posto a Ilaria Borletti Buitoni.

Giulia Maria Crespi ha lottato anche per difendere l’agricoltura, soprattutto biologica e rispettosa dell’ambiente in Italia, come quella organica, insegnata e praticata nella sua grande azienda agricola “Cascine Orsine” della Zelata sulle rive del Ticino nel pavese.

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Riccardo Reina

Per qualsiasi informazione scrivere a: redazione@gazzettanovarese.it

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