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Dopo il governo degli incapaci? Il minestrone

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Draghi sta facendo le consultazioni dopo la chiamata di Mattarella al salvataggio della Patria, cosa che avrebbe dovuto e potuto evitare se fosse intervenuto prima, ma coi suoi compagni al timone, ha dovuto da “nuovo Schettino” attendere che la nave “Italia” si avvicinasse agli scogli e che l’affondamento fosse colpevolmente, ormai vicino al completamento.

Dai commenti del post colloqui, sembra di capire che sia iniziata una corsa al salvataggio della nazione, raccogliendo l’appello tardivo del presidente Mattarella, per acquisire meriti, sostenere il governo Draghi e mettere le mani sui milioni in arrivo.

Ci sono infatti, sconquassi all’interno del MoViMento 5S che dopo averne dette verso Draghi anche per i maiali, ora con l’ennesima ed immancabile giravolta, si rimangia anche l’inverosimile pur di avere la sicurezza di conservare poltrone e privilegi.

Abbiamo poi, compattezza e disponibilità indiscussa dal PD a guida Zingaretti e dai partitucoli della sinistra che smaniano per cercare di far vedere che esistono mentre, come ho da tempo sostenuto, riscontriamo il completo e totale calamento di braghe da parte dei berluscones, aspiranti a qualsiasi sgabello governativo pur di poter partecipare al milionario banchetto del Recovery.

Non mi è piaciuta l’ambiguità inaccettabile di Salvini che dovrà corazzare lo stomaco suo e quello del suo elettorato, quando si troverà a dover digerire tutte le opzioni che da Leu al PD, dai “responsabili voltagabbana” agli stellati, per finire con le donnine ed i colonelli del Berlusca e con l’altro Matteo, si troverà a dover accettare, seduto alla stessa mensa.

Non credo sia semplice per lui ed i leghisti, sedersi coi rossi romani, gli ex alleati stellati ed incapaci, gli extrarossi con le tanto vituperate Boldrini e Lamorgese che gli sottoporranno gli inginocchiamenti e gli abbracci alle migliaia di clandestini che arriveranno ed arrivano in abbondanza nella sua Padania. Sarà anche lui quindi, con la schiera di coloro che dicendo di ubbidire al richiamo del risvegliato “uomo del Colle” hanno fatto di tutto per restare incollati alle poltrone.

Devo riconoscere che in tutta questa bolgia politica, in tutto questo variegato minestrone, l’unica a mantenersi coerente è la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni che facendo rilevare al Colle ed al prescelto, che fin quando ci sarà questa accozzaglia di politicanti in Camera e Senato, difficilmente le cose potranno cambiare e che solo con una rinnovata classe politica che escluda la stragrande maggioranza di costoro, si potrà sperare in un cambio di rotta ed in quell’indispensabile cambiamento di cui la Nazione necessita.

Senza un ricambio negli emicicli parlamentari, avremo ancora Gualtieri che cercherà di spendere i famosi 209 miliardi; la Polverini che ha tradito per amore del rosso partner; Maria Rosaria Rossi speranzosa nel perdono del Cav. dopo il suo momento di gloria durato mezza giornata; il senatore Ciampolillo che spera ancora di poter avere un incarico; madame Mastella alias Sandra Lonardo ravvedutasi dalla fregatura dei cosiddetti responsabili ed infine Conte che, uscito dalla porta, cercherà il modo di rientrare, magari dalla finestra del ripostiglio di qualche Ministero.

Poi ci sono invece, quelli che si spera di non più rivedere: Rocco Casalino che qualcuno spera non torni neppure a Grande Fratello televisivo; non vedremo più l’arroganza di Domenico Arcuri, il super commissario al Covid che le ha sbagliate tutte; il supponente Alfonso Bonafede, il guardasigilli che ha liberato la peggior feccia mafiosa, uno che così non si era mai visto e credo, non lo si vedrà più.

E della Lucia Azzolina ne vogliamo parlare? Per nostra fortuna, l’avventura ministeriale è finita: ormai era diventata una caricatura per milioni di studenti, le loro famiglie ed il personale della scuola.

La fine di Conte fa sparire e si spera per sempre, anche due grossi nomi del Pd che gli italiani non rimpiangeranno: la ministra alle infrastrutture Paola De Micheli ed il suo collega agli affari regionali Francesco Boccia, che pretendeva di rinchiuderci per la vita.

Uno che spero sparisca assieme al suo capo e tutta la virologia associata, è Walter Ricciardi, il consulente di Roberto Speranza: senza di essi, non sentiremo più augurare morte e sventura se andremo a farci una birra.

Continueranno invece a perversare le lodi al governo, di tutta la banda dei giornali schierati. Dopo la genuflessione di Berlusconi, credo che vedremo anche i vari giornali della famiglia, osannare Draghi ed il governo del minestrone.

di Gian Roberto D’Ulisse

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