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WALTER COGLIANDRO: UN LEONE… FUORI GABBIA!

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di Paolo Pavone

Il galliatese Walter The Snatch Cogliandro scalpita per poter tornare in attività, ma gli sport da contatto saranno gli ultimi a ripartire…

“Ultimo round, forza!”. È come un’eco e oggi pare arrivi da lontano. I neon nei corridoi sono spenti, gli asciugamani piegati sui lettini e i guantoni in alcune ceste a prendere respiro. Fa strano vedere il ring, la gabbia, i sacchi appesi ai soffitti, vivere di una vita nuova a loro non congeniale: sono fermi, tutto è così maledettamente fermo.

Walter Cogliandro è un fighter professionista di arti marziali miste, ha un record di tutto rispetto (nove vittorie, una sola sconfitta e un pareggio) e si è messo in mostra nel circuito MMA che conta (tra i pro è ranked ventiseiesimo in Europa e terzo in Italia). Anche lui, come tanti colleghi, è costretto allo stop.

Quando lo raggiungo telefonicamente, ha appena finito una sessione di allenamento: lo sento dal fiato corto.

Ciao Walter, come stai?

«Aspetta, attiva la videocamera, ti faccio vedere una cosa».

A quel punto Cogliandro mi mostra il suo nuovo angolo di mondo: tappetini sistemati come un tatami, compagni di allenamento ricavati da cuscini con tanto di kimono e cintura. Un mondo improvvisato che ci mostra una facciata nuova dello sport ai tempi del Covid19.

Sport da combattimento, uguale stop. A parte l’ingegnosità che ci metti a casa, qual è la situazione delle arti marziali del nostro territorio?

«Non è semplice, ma non lo è per tutti. Nel mio caso, essendo atleta professionista, rientro fra gli atleti di interesse nazionale e internazionale, quindi ho la possibilità di allenarmi in palestra solo per competizioni di lotta. Questo fino a quando non troverò un match, perché in quel caso potrò allenarmi a tutto tondo, senza limitazioni».

Ti alleni a Galliate al Cardano Top Team: avete già pensato a qualche iniziativa per recuperare non appena ci sarà il via libera? Penso che il lockdown delle palestre abbia in qualche modo danneggiato anche voi in termini di associati e studenti, giusto?

«Ovviamente, sì. Noi abbiamo offerto fin da subito un servizio online gratuito per tutti i nostri tesserati, agonisti e non. È un servizio che ci permette di tenerci uniti, di tenerci caldi in questo periodo di pausa forzata. Per gli atleti è fondamentale sentirsi stimolati, specie in questi momenti. Il Cardano Top Team ha quindi dato il via a questo servizio gratuito che è stato senza dubbio apprezzato».

Tornando ai match: dicevi che ci sono agevolazioni per chi come te è un atleta professionista. Anche per quanto riguarda gli incontri, oppure in Italia è tutto fermo? So che in Europa e negli Usa, hanno proseguito a porte chiuse.

«Le grosse promotions, che sono all’estero come dicevi tu, sono rimaste attive, perché hanno mezzi economici per farlo. In Italia purtroppo no. Quello che facciamo è aspettare una chiamata da un’organizzazione che operi all’estero in modo da poter entrare in gabbia, nonostante il lockdown. Diciamo che mi sto dando da fare insieme al mio Team perché avvenga al più presto.

Ovviamente all’estero sarebbe tutto più facile, ma il mio gruppo resta al Cardano Top Team, qui a Galliate e da qui abbiamo messo giù le basi per partire insieme, verso traguardi sempre più grandi; non vediamo l’ora! Anni fa sono stato negli Stati Uniti dove ho preso parte a diversi camp (corsi intensivi con i migliori fighters del mondo n.d.r) e ho potuto conoscere personaggi di spicco del mondo delle MMA: mi sono allenato nella palestra di Travis Lutter, allenatore di Kevin Holland, un nome che oggi sta brillando un sacco nell’UFC (organizzazione di arti marziali miste più importante del globo, n.d.r).

Non da meno, queste esperienze mi hanno permesso di portare il mio nome aldilà delle Alpi. Frattanto mi continuo ad allenare come se domani dovessi competere contro il fighter più forte del mondo. La vita di un atleta professionista è così: ogni giorno è un giorno nuovo per imparare qualcosa di te e spostare i tuoi limiti un centimetro più in là».

Oltre al tuo impegno come atleta professionista, sei anche insegnante, istruttore e coach. Quali consigli ti senti di lasciare ai più giovani?

«Non mollate, mai! E non sono parole fatte, parole tritate. Entrare nell’ottica che bisogna sempre combattere per qualcosa: che sia un voto a scuola, che sia vincere una gara regionale o meglio il campionato del mondo! Non mollate, credeteci sempre; rimanete concentrati sui vostri obiettivi e lavorate sui vostri limiti. Tutto passa, sempre, quindi tanto vale sudare, faticare e sanguinare per ciò in cui si crede».

Ci fermiamo un attimo. Walter è seduto vicino ai suoi trofei, alle medaglie, alle foto che lo ritraggono vittorioso, un giovane uomo che sorride, che si asciuga il sangue e abbraccia il suo avversario. “L’essenza delle arti marziali”, mi viene da pensare. Gli brillano gli occhi quando parla di nuovi orizzonti, di nuove occasioni e gli bolle il sangue, lo vedo; lo vedo da come muove le mani.

Ti faccio un’ultima domanda che non posso saltare vedendoti così: qual è il sogno di Walter Cogliandro?

«Eh, bella domanda [sorride e si guarda le nocche]. Il sogno è quello di entrare nelle due big promotions delle MMA: Ufc e Bellator (principale organizzazione europea delle MMA, n.d.r). Mi sto allenando senza pause per poter raggiungere questo mio obbiettivo e sono pronto ad accettare qualsiasi match pur di avvicinarmi a quei grandi circuiti. Voglio dimostrare quanto valgo, quanto il duro lavoro e il sacrificio, ripagano sempre!

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