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ITALIA CITTA’ APERTA

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E’ di qualche giorno fa, il video sconvolgente che riprende due probabili clandestini davanti ad un supermercato, mentre aggrediscono un uomo anziano.

La cosa più sconvolgente non è l’aggressione di per se, ma il fatto che un bel numero di persone assista senza intervenire.

Chi era presente, invece di correre in aiuto all’anziano, ha preferito riprendere la scena per poi documentare il tutto. Questa, la definisco

una vergogna tutta italiana; penso sia l’unico Paese in Europa se non nel mondo, che permetta a chiunque di schiacciare la nostra identità senza fare nulla di concreto.

Stiamo vedendo in questi anni, come la paura stia entrando in noi: paura di combattere le ingiustizie, di lottare per ciò che si crede giusto, paura di vivere dignitosamente perché da chissà chi, è stato deciso che non dobbiamo più esistere come popolo e come nazione.

Nella nostra città, veniamo vessati in continuazione da personaggi importati da nazioni con diritti umani pari allo zero, quei diritti umani che qui vengono concessi senza pretendere il rispetto delle regole di una nazione civile; ma “civile” non grazie ad una certa politica.

A questi personaggi, voglio dire grazie per aver distrutto casa mia, grazie per farmi andare al supermercato e rischiare la vita per 1,00 €, ma soprattutto grazie per aver fatto in modo che una donna di sera non possa andare in giro da sola.

Chi si reca nella piazza della stazione, può constatare l’inciviltà che regna sovrana; proprio la stazione, che rappresenta la porta della città, la prima immagine che hanno turisti e pendolari.

Novara è ormai un’indecenza: troppi anni di degrado hanno portato la nostra città dall’essere un paradiso, all’essere rovinata. Novara, un paradiso ormai perso: accoglienza indiscriminata senza regole. Anzi una regola c’era: si chiamava “Dio denaro” e vige tuttora; sappiamo bene che non guardano in faccia a nessuno quando si tratta di certe cose.

L’accoglienza va certamente fatta ma in due casi: primo, se ne siamo in grado e penso proprio che come nazione non ne siamo capaci; secondo: penso dovrebbe essere il popolo a dover scegliere il modo come utilizzare le sue risorse, non di certo una classe politica che guarda solo al suo conto in banca.

La soluzione non è difficile da trovare, partendo dal presupposto che il clandestino scappa da un inferno dove la sua vita non vale nulla, cercando di rendere la sua esistenza migliore: lo faremmo tutti; c’è anche il tossico, che bivacca in centro e ti tampina per qualche monetina, che andrebbe aiutato, curato e se necessario, anche seguito in un certo percorso. Un’utopia per chi ha fatto dell’assistenzialismo una forte entrata economica, una vergogna tutta italiana.

Una battaglia impossibile da vincere: ci vorrebbe l’unità di un popolo che popolo non lo è mai stato; nessuno vuole il federalismo, ma in Italia un federalismo mentale c’è da sempre; il campanilismo estremo che regna da noi non ci permetterà mai una battaglia comune.

La storia racconta di Roma città aperta, sconfitta ed occupata da chiunque senza nessuna possibilità; invece io vi racconto dell’Italia “città occupata”.

Una grande città con tante mentalità diverse che solo con unità potrebbe diventare una nazione, perché è il popolo che fa una nazione e non chi governa. Forse è il momento di smetterla con questi falsi patrioti: noi siamo Novaresi ma prima di tutto Italiani.

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