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PRIMATESTA: “A REGNARE L’INCERTEZZA”

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PETTENASCO – Le restrizioni della “zona arancione” rimandano la partenza della stagione turistica sul Lago d’Orta, che per molte strutture sarà ritardata rispetto ai canonici 15 giorni che precedono la Pasqua. E non è certa nemmeno quella: se la zona arancione si protrarrà ulteriormente, “blindando” le festività, molte strutture stanno valutando di partire ad aprile inoltrato, forse anche verso fine mese.

Di fatto, a regnare è l’assoluta incertezza con una sostanziale impossibilità di programmare il lavoro delle strutture ricettive e alberghiere: “Una preoccupazione per gli operatori, che condividiamo anche con i colleghi del Lago Maggiore e dell’Ossola; questi ultimi peraltro, alle prese con l’ulteriore problematica della zona rossa in Val Vigezzo, altra meta di forte attrazione turistica. Il nostro è un territorio che fa sistema, va da sé che le ripercussioni sono per tutti: ma a prescindere, la “zona arancione” andrà certamente a compromettere i due successivi fine settimana”.

Restrizioni che arrivano dopo una domenica da “tutto esaurito”: “C’è voglia di lago, di gite fuori porta e in sicurezza. Il turismo che sale fin qui non è massivo, non ci sono scene di pericoloso assembramento. Chi visita il lago d’Orta lo fa con testa e cognizione di causa, rispettando e pretendendo ogni misura di sicurezza. Per San Valentino poi, la richiesta è stata altissima: posso dire che quasi tutti i ristoranti hanno dovuto respingere decine di richieste di prenotazioni, perché al completo. Insomma, i segnali economici erano incoraggianti dopo mesi durissimi: ora, questo nuovo stop arriva in un momento delicatissimo, quello di inizio stagione. E avrà effetti dirompenti in particolare sulle strutture alberghiere che si apprestavano alla riapertura”.   

Oreste Primatesta (nella foto), al di là dei dovuti ristori, invoca “il diritto del comparto ricettivo a lavorare, rispettando – come ogni altro settore economico – quelle stesse misure di sicurezza legittime e che furono chieste al comparto della ristorazione anche al prezzo di gravosi adeguamenti. L’appello al nuovo governo è che vi sia un cambio di rotta, che si individuino regole e misure in grado di consentire un turismo sicuro e di garantire il lavoro alle imprese e a quanti sono occupati nel comparto ricettivo”.

Il timore comune, è il ripetersi del copione dello scorso anno, che ha compromesso la stagione sul nascere e messo in crisi ampi settori occupazionali: “Le ripercussioni sono a catena e colpiscono ampi settori produttivi e del commercio; penso al comparto vinicolo, alle filiere agroalimentari che riforniscono i ristoranti, al commercio, al trasporto locale, anche lacustre. Anche il comparto dei camping sta soffrendo gli effetti profondi della crisi. Una ragione in più per ripensare alla ripartenza ed essere uniti nel rivendicare il diritto di tutti a lavorare: lo ripeto, in sicurezza”.

Il presidente Primatesta, allo stesso tempo giudica “meritevole di attenzione e approfondimento la proposta di un “digital pass” europeo che possa censire e autorizzare gli spostamenti dei cittadini entro e fuori i confini dell’Unione Europea: significherebbe di fatto, poter riaprire al turismo. Andrebbe anche esteso alla vicina Svizzera dove in ogni caso, andrà consentito il passaggio dei turisti: blindare i confini della Confederazione potrebbe comportare un’ulteriore problema per chi decide dal centro Europa, di raggiungere il Lago d’Orta”.     

Intanto manca meno di un mese alla Pasqua, che è il primo banco di prova della stagione: “A prescindere dalla possibilità o meno di aprire, il disorientamento regna sovrano: nessuno sa cosa fare e come programmarsi. Né le imprese, né gli stessi turisti: purtroppo stanno già arrivando le prime disdette, la gente senza certezze sulle possibilità di spostamento non si muove. Insomma, siamo costretti a navigare a vista. E non è facile, anche circondati dal nostro piccolo lago”.  

 

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