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MA SONO FUORI DI MELONE?

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L’Editoriale di Gian Roberto D’Ulisse

Parlare di testa, quella roba che dovrebbero avere sul collo, per certa gente è certamente fuori luogo; il melone gli si addice forse meglio, anche se il loro è già marcito.

In una intervista rilasciata a La Stampa, il profumatamente pagato con stipendio garantito Walter Ricciardi, il tuttologo consigliere del minestro della salute Speranza, un altro incompetente che fino a qualche anno fa aveva le pezze al culo ed oggi è anche lui strapagato, fregandosene altissimamente dell’Italia che economicamente è, e lo sarà ancora più, a puttane, bellamente dichiara che a suo avviso, la nazione debba restare “zona rossa fino a metà gennaio”, tanto sia lui che il minestro, non hanno affitti e scadenze varie da pagare e pertanto, se le attività commerciali e di qualsivoglia tipo, tengono le saracinesche abbassate e magari non le rialzano, a loro frega niente, tanto i bei soldoni gli piovono egualmente in saccoccia.

A detta del saccente, il toccasana per uscire dalla pandemia è stare tutti tappati in casa, con “un lockdown lungo e su tutta la nazione. Anche la “zona rossa” ora in vigore, andrebbe prolungata, almeno fino a metà gennaio” e se non fosse sufficiente, proseguirla ad oltranza. Secondo il professorone, “se dal 7gennaio si fanno riprendere tutte le attività” avremo cadaveri disseminati per strada. Se poi qualche azienda, partita Iva, negoziante o lavoratore padre di famiglia s’impicca per disperazione, evidentemente a loro frega niente: sarà colpa del Covid, non di chi ha portato la nazione e la gente alla disperazione.

Ma se c’è il vaccino, se farsi la pera di Stato rende immortali, a che serve chiudere tutto? A far fallire altri che hanno un’attività ed hanno resistito alla prima botta? A lasciare senza lavoro qualche milione di persone? A meno che, la pera di Stato sia acqua fresca che serve un belino.

Delle due l’una: il virus si debella col vaccino e saremo immuni e potremo riprendere la nostra normale vita, oppure non serve a un tubo e allora continueremo a morire di Covid.

Ma in questo caso, perlomeno lasciatecelo fare sul posto di lavoro, per portare a casa almeno la pagnotta. Lo champagnino lo lasciamo a loro che hanno i mega stipendi garantiti e che, guarda caso, non ne è crepato o ammalato uno!

Mi chiedo: occorre studiare tanto e diventare professoroni tuttologi per far fallire una nazione?

O basta essere minestri stellati con la tessera dei rossi?

Ciò che vedo è incoscienza pura: non gli è bastata la distruzione economica seguita alle totali chiusure di inizio anno e che si sta ripercuotendo ancora oggi e che sarà ancora più disastrosa in primavera con lo sblocco dei licenziamenti? Possibile che se ci arrivo io che non sono studiato, i cervelloni non lo capiscano? Oppure veramente, con le tasche piene e la mascherina sul naso, non gli frega un caxxo del popolo e della nazione?

Ma credo di aver intuito: a minestri e saccenti, è piaciuto vedere la gente canterina sui balconi e se adesso qualcuno torna sul balcone per buttarsi giù, non servirà neppure mandare l’ambulanza; manderanno gli spazzini scafandrati a pulire la strada. L’importante è predicare e continuare a riempirsi le saccocce. Il coronavirus e la crisi economica appartengono al popolo: “loro” non si ammalano e tengono ben salda la redditizia poltrona.

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