Editoriale

STELLE CADENTI

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L’Editoriale di Gian Roberto D’Ulisse

E’ ormai lontana la notte di San Lorenzo, ma assistiamo comunque ad una caduta di stelle che si vanno gradualmente spegnendo. Se necessitava una conferma, la si è avuta dagli “Stati Generali” grillini da poco conclusisi.

Il Movimento 5 Stelle, per come lo abbiamo conosciuto fino a ora, non esiste più.

Davide Casaleggio, dimostrando in modo ineccepibile di essersi ampiamente rotto le scatole, è uscito dal gruppo e qualche segnale lo aveva già lanciato ad ottobre, in occasione dell’anniversario della fondazione del Movimento quando aveva fatto capire, che l’esperienza utopistica come ideata dal padre, era ormai superata, morta, e disertando la convention grillina, l’ha definitivamente seppellita.

Quello che alle elezioni del 2018 era divenuto il primo partito grazie ad una “geniale” intuizione di Gianroberto Casaleggio, abilmente pilotata poi, dalle casse di risonanza di Beppe Grillo, era gestito quasi come una azienda privata. Se andiamo ad osservare tale gestione, ci accorgiamo che persino i deputati sono di fatto sotto contratto dell’azienda (Casaleggio Associati) e devono rispondere prima ad essa e poi a quegli elettori che hanno scelto gli emeriti sconosciuti. Ulteriore dimostrazione ineccepibile, è data dalla scelta di un oscuro avvocato di provincia come premier: tal Giuseppe Conte, indicato da un Luigi Di Maio – a quei tempi portavoce del Movimento – con l’assenso di Beppe Grillo, ma con l’approvazione della società che poteva determinarne il consenso o il veto.

Questo, per sottolineare il valore della presa di distanze del Casaleggio, sicuramente molto più coerente di quei parlamentari ormai incollati alla poltrona, quegli stessi che vogliono derogare al limite dei due mandati, non versano la quota concordata a Rousseau, frodano sulle rendicontazioni, accumulano avidamente ogni possibile euro gli piova addosso, si scannano per un posto al sole, arrivano a trescare come i peggiori politici della prima Repubblica pur di non andare a casa. Sono come gli altri se non peggio: hanno portato in Parlamento tutta la loro incompetenza, creando situazioni che saranno difficili da normalizzare.

Da sempre, ho ritenuto che i grillini valessero molto poco e sembrerebbe, che tardivamente lo abbia capito anche il rampollo di Casaleggio. Lo hanno capito anche molti italiani e mi auguro che siano sempre di più. L’unico che ci guadagna alla grande ed in tutti i sensi, è Giuseppi: Casaleggio e Grillo non hanno partecipato agli Stati Generali, mentre l’avvocato del popolo si è aggirato volteggiando virtualmente, come un avvoltoio sopra Crimi e Di Maio, vittime sacrificali di questo grillismo ormai arrivato agonizzante al “de profundis”.

Erano quelli che volevano essere l’apriscatole del sistema e sono finiti per essere solo dei taxisti che hanno condotto Conte verso il loro odiato sistema.

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