EditorialePolitica e società

UN PRESTIGIATORE DI NOME LAMORGESE

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L’Editoriale di Gian Roberto D’Ulisse

Gli sbarchi di clandestini continuano… continuano… continuano… e dato che moltissimi di questi poi scappano o addirittura neanche li vedono sbarcare o se li accolgono poi fuggono, la signora Lamorgese non ha neppure lontanamente idea di quanti ce ne siano in giro per la nazione.  

Visto che gli italiani le stanno cristando addosso sistematicamente per quelli che in sordina lei e compari accolgono, sono convinto che quelli che sbarcano da fantasmi le facciano anche un favore, essendo tutti accidenti in meno che le arrivano.  

Lampedusa è al collasso? Vanno a prenderli, li caricano sui furgoni e sui pullman e li portano via. Dove? Non è dato sapere: l’importante è svuotare Lampedusa per accogliere i nuovi arrivi del giorno successivo o del giorno stesso. 

Con le dovute proporzioni, mi sembra di vedere il prestigiatore che alle sagre paesane, fa il gioco della pallina sotto le tre carte: ora sono qui, ora non ci sono più, ora ci sono di nuovo, ora di nuovo spariscono; eppure sappiamo che ci sono, non possono essersi dissolti nel nulla, quindi da qualche parte devono pur esserci e si badi bene, stiamo parlando di quegli elementi che la Lamorgese riesce a mantenere sotto controllo fino alla prima occasione di fuga.  

Poi magari li ritroviamo a Nizza a sgozzare un po’ di gente, ma questo è un altro film che alla Lamorgese poco interessa: basta che siano fuori dall’Italia per far spazio ai nuovi arrivi.  

Ogni volta che il ministro svuota l’hotspot di Lampedusarilasciando proclami alla stampa accondiscendente, non fa altro che una spartizione di pani e pesci, ma non verso altri Paesi europei che non li vogliono, bensì  distribuendoli qua e là ma pur sempre in Italia: qualche centinaio di sani e altri positivi li ha fatti caricare sulla nave quarantena Rhapsody mandandoli a navigare verso Palermo; altri migranti clandestini, li ha fatti imbarcare su un traghetto di linea con destinazione Porto Empedocle; un sostanzioso gruppo di stranieri, li ha fatti mandare a fare una crociera sulla nave Azzurra che, partita da Augusta, non sappiamo quale destinazione abbia.  I lampedusani, ogni volta che vedono queste partenze tirano un momentaneo sospiro di sollievo, anche se consapevoli che sarà solo un breve intervallo. 

Sanno perfettamente che lhotspot continuerà a riempirsi e svuotarsi come fosse una fisarmonica che suona sempre lo stesso motivo: gli immigrati che salpano dalla Libia o dalla Tunisia a centinaia, sbarcano al molo, il governo li piazza a contrada Imbriacola ammassandoli su giacigli di fortuna e poi li trasferisce sulle ormai numerose navi destinandoli con bus, subito in giro per l’Italia dove spesso, arrivano nelle località anche ad insaputa delle amministrazioni locali. Di costoro a quel punto, non se ne parla più: anche senza DHL o servizio postale, i pacchi sono stati smistati lungo la Penisola.  Ed è questo il disgraziatissimo gioco di prestigio. Non si sa dove siano: eppure ci sono e direi che sia proprio il nostro governo con questa metodologia, il primo a rendere invisibili questi clandestini. 

Ed il fatto che l’hotspot di Lampedusa come altri della Sicilia, periodicamente si svuotino, evidenzia in modo inconfutabile che il problema (e gli enormi costi) dell’accoglienza risulti irrisolto; direi che il governo, ha solo spostato altrove la patata bollente o se preferite, la metaforica pallina delle tre carte. 

Le cronache ci dicono che durante l’estate, migliaia di immigrati sono stati caricati a Lampedusa, in Sicilia o in Calabria, per essere poi ridistribuiti in varie località dell’Umbria, nella zona di Treviso e moltissimi tra Piemonte e Lombardia. Questione Covid compresa. Ed i migranti, oltre a creare diversi problemi alle comunità dove sono stati insediati, ne hanno approfittato per fuggire, sebbene fossero sottoposti alla quarantenaobbligatoria. 

Le statistiche risalenti a qualche mese addietro, dicevano che fino a quel momento, erano già sbarcate quasi 23.300persone, contro le 7mila dell’anno scorso.  

Non sono ovviamente più nei centri di Lampedusa, ma non sono certo finiti in Europa o sulla Luna; sono sempre e solo in Italia. E gli sbarchi di clandestini continuano… continuano… continuano…  

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