EditorialeMedicina e Salute

QUANDO IL VIRUS E’ DISCRIMINATORIO

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L’Editoriale di Gian Roberto D’Ulisse 

L’ultimo Dpcm di Giuseppi ha sollevato una ridda di paradossi, ingiustizie e discriminazioni tra gli operatori commerciali. Tu vendi alimentari? ok puoi lavorare; tu offri e servi alimenti dando pubblico ristoro? no tu no, tu chiudi; i parrucchieri possono operare perché fondamentale la cura del capello, ma se hai peluria superflua o necessiti un massaggio al fisico, no tu no, tu chiudi: peli e ciccia possono aspettare. Vendi abbigliamento e fai moda? Non sei utile alla comunità, pertanto serranda abbassata ma…. Se vendi calze, mutande e reggiseni o pigiamini sexi… sei fondamentale: la mutanda è mutanda e non tutti dormono seminudi e poi… vuoi mettere la tua signora che si presenta in sexi babydoll? Giuseppi ha pensato alla sua bionda in versione serale ed essendoci il coprifuoco… ha decretato che quel settore è più che fondamentale. L’occhio vuole la sua parte!! 

Sembra uno scherzo ma non è così: se per Giuseppi la mutanda è fondamentale, potete andare anche scalzi, magari con calzini o collant, tanto scarpe e ciabatte non sono fondamentali. 

Una cosa però mi è balzata all’occhio: la disparità di giudizio dove esistono lucrose attività legate alle casse statali. Si è sempre detto che il gioco rovina le persone ma se tenti il gratta e vinci o il superenalotto… beh, non fa nulla se ci lasci la paga… magari vinci, magari… Si è sempre detto e lo hanno paradossalmente scritto anche sui pacchetti (l’ho sempre giudicata una presa per il cu…)che il fumo nuoce gravemente alla salute” e se è giustamente proibito farsi uno spinello, puoi altresì fotterti i polmoni purché vada a benefico delle casse statali.  

Mi sovviene il paradossale caso letto su un quotidiano: una esercente illustrava la sua situazione alle prese con una tabaccheria, il banco bar e con l’angolo riservato ai giochi di Stato. 

Raccontava che quando scattano le fatiche ore 18la parte in cui è lei che guadagna, ovvero il bar, è obbligato a cessare l’attività per evitare che si diffonda il Covid ad orologeria infettando la clientela. Nei settori dove invece guadagna lo Stato, ovvero nel settore di vendita dei tabacchi e la ricevitoria lotto, l’attività può proseguire fino a normale chiusura: lì evidentemente il virus, timoroso dell’effige governativa, non è contagioso. 

Osservavo anche un’altra situazione anomala: una normale tabaccheria opera fino all’orario di chiusura dopodiché se lo possiede, prosegue la vendita col distributore automatico sia negli orari di chiusura, così come nei giorni festivi o di riposo. Per i bar tabaccheria è diverso: pur avendo il distributore automatico a disposizione in fronte strada, proseguono l’attività anche nelle ore che teoricamente il bar dovrebbe essere chiuso, lasciando quindi inattivo l’automatico, per proseguire l’attività fino a notte inoltrata… Quando si dice “sacrificarsi per il bene delle casse statali… 

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